sabato 2 febbraio 2013

Il giullare di corte ed il menestrello di strada


Nel Medioevo c’erano due tipologie di cantori, il giullare di corte ed il menestrello di strada. Il giullare di corte per l'appunto cantava nella corte, ossia nell’ambito del monarca e dei suoi collaboratori. Il giullare di corte durante i suoi spettacoli prendeva in giro il re, ma si guardava bene dal superare certi limiti. Non si burlava della sua attività politica e né si azzardava ad oltrepassare i limiti impostigli. Il menestrello invece operava per strada e faceva ironia tagliente su tutti i potenti dell’epoca, dal monarca al Papa. Il giullare di corte viveva pasciuto sedendo alla tavola del monarca, il menestrello rischiava quotidianamente la vita e viveva in costante stato di fuga. Il primo faceva il buffone, l’altro scuoteva le coscienze con il sorriso amaro, faceva satira.


Il menestrello (dal provenzale menestrals, "servo di casa") era, in età feudale, l'artista di corte incaricato all'intrattenimento del castello. Svolgeva mansioni di musicista, cantastorie, poeta o giullare.
Fu una figura presente principalmente nella Francia e nell'Inghilterra medievale.
Era spesso ingaggiato per singoli spettacoli, in occasione di ricorrenze particolari ed eseguiva perlopiù brani già composti probabilmente da un trovatore.Come il bardo per le popolazioni celtiche, il menestrello poteva essere un cantore di gesta eroiche compiute dal proprio signore. In alcuni casi, si trattava di un semplice buffone con abilità di giocoleria e aveva il solo scopo di divertire il pubblico.
I menestrelli più abili erano in grado di comporre delle tenzoni di livello paragonabile alla poesia trobadorica.
Anche i comuni usavano assumere i menestrelli affinché cantassero la bellezza della città.
In altra epoca e luogo, dal 1840 circa, fino ai primi del XX secolo, lo spettacolo leggero americano fu dominato dai cosiddetti minstrel shows, spettacoli di menestrelli: spettacoli teatrali improvvisati su un canovaccio, e spesso accompagnati dalla musica. Con l'andare del tempo queste esibizioni, che non erano stabili ma erano spettacoli di strada, presero ad assumere delle caratteristiche standard, che fissavano l'abbigliamento del menestrello, ed i ruoli, caratterizzati, che egli interpretava. Tuttavia la chiesa non aveva un atteggiamento positivo nei loro confronti, e quindi, li condannava; inoltre, siccome i loro componimenti non venivano scritti, ma si tramandavano solo oralmente, a noi oggi non è pervenuto nulla. Si trovavano nel epica cavalleresca. Il menestrello era anche uno strumento sociale di grande valore, infatti manteneva gli uomini a contatto con costumi ed ambienti diversi.



Il termine giullare (dal provenzale (occitano) joglar a sua volta derivante dal lemma latino iocularis) designa tutti quegli artisti che, tra la fine della tarda antichità e l'avvento dell'età moderna, si guadagnavano da vivere esibendosi davanti ad un pubblico: attori, mimi, musicisti, ciarlatani, addestratori di animali, ballerini, acrobati.
Nel Duecento e nel Trecento i giullari, uomini di media cultura (molto spesso chierici vaganti per le corti o per le piazze) che vivevano alla giornata facendo i cantastorie, i buffoni e i giocolieri, divennero il maggior elemento di unione tra la letteratura colta e quella popolare.
Costoro erano guardati con sospetto dalla Chiesa cattolica che ne condannava il modello di vita e i canti.
I giullari, considerati i primi veri professionisti delle lettere perché vivevano della loro arte, ebbero una funzione molto importante nella diffusione di notizie, idee, forme di spettacolo e di intrattenimento vario.
Essi svolgevano la loro attività in diversi modi e utilizzavano le tecniche più disparate, dalla parola alla musica, alla mimica. Utilizzavano diverse forme metriche come l'ottava, lo strambotto e le ballate, e si applicavano in generi letterari e temi diversi. Tra i più ricorrenti vi era il contrasto, l'alba (cioè l'addio degli amanti al sorgere del sole), la serenata alla donna amata, il lamento della malmaritata.
« Un giullare è un essere multiplo; è un musico, un poeta, un attore, un saltimbanco; è una sorta di addetto ai piaceri alla corte del re e principi; è un vagabondo che vaga per le strade e dà spettacolo nei villaggi; è il suonatore di ghironda che, a ogni tappa, canta le canzoni di gesta alle persone; è il ciarlatano che diverte la folla agli incroci delle strade; è l'autore e l'attore degli spettacoli che si danno i giorni di festa all'uscita dalla chiesa; è il conduttore delle danze che fa ballare la gioventù; è il cantimpanca [cantastorie]; è il suonatore di tromba che scandisce la marcia delle processioni; è l'affabulatore, il cantore che rallegra festini, nozze, veglie; è il cavallerizzo che volteggia sui cavalli; l'acrobata che danza sulle mani, che fa giochi coi coltelli, che attraversa i cerchi di corsa, che mangia il fuoco, che fa il contorsionista; il saltimbanco sbruffone e imitatore; il buffone che fa lo scemo e che dice scempiaggini; il giullare è tutto ciò e altro ancora. »



Nell'età moderna la figura del giullare - nell'accezione particolare di attore affabulatore - è stata resa celebre da Dario Fo che proprio nella "maschera" del giullare si è identificato quando nel 1968 ha rotto con il circuito istituzionale dell'Ente Teatrale Italiano ed ha iniziato ad esibirsi nelle Case del Popolo gestite dall'ARCI. È altresì evidente che quella di Fo è un'operazione di recupero storico non condotta secondo canoni filologici: come osserva Tito Saffioti, Fo attribuisce ai giullari una coscienza politica consapevolmente oppositiva al potere che forse i giullari medievali non ebbero mai. Oltre ai giullari di strada che si esibivano davanti ad un pubblico popolare (si ricordino Ruggeri Apugliese, che forse proveniva però da un ambiente colto e Matazzone da Caligano), esistevano infatti anche "buffoni di corte" e "canterini comunali" i cui spettacoli erano destinati ad un pubblico ricco e colto (si ricordi Andrea da Barberino). Negli ultimi anni è nata una nuova forma di giullarata applicata al teatro civile portata avanti da Giulio Cavalli, utilizzando tecniche antiche per affrontare temi estremamente moderni come il G8 di Genova del 2001 o il disastro aereo di Linate. Un esempio di "giullare moderno" è la figura contemporanea del comico satirico, molto diffusa anche in Italia.

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4 commenti:

  1. Ma scusa a me serviva per studiare il testo, perché hai tolto la funzione "copia"?? Cosa serve pubblicarlo, su internet allora?!

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    Risposte
    1. esiste la funzione carta e penna , oppure la tastiera per scrivere . GRAZIE

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